Perché si dice passare la notte in bianco?

Sbadiglio

Passare una notte in bianco, come mai si dice cosi?
Da dove deriva?
In effetti possiamo ammettere tutti di aver usato almeno una volta quest’espressione
per definire una notte passata insonne.
Una notte in cui proprio non siamo riusciti a concederci il nostro sonno riposante.

Questa espressione viene usata appunto per definire una notte trascorsa senza essere riusciti a dormire.
Senza chiudere occhio.

Pare che l’origine sia antichissima.

Derivante dalle usanze dei cavalieri medievali.
Nel medioevo si diventava cavalieri attraverso una cerimonia solenne, l’investitura.
Celebrata genericamente in un castello o in una chiesa, durante il quale il sacerdote doveva ricordare
al cavaliere tutti gli obblighi e i doveri che la persona stava per assumersi e
benediceva le armi che gli sarebbero state consegnate.

La sera prima dell’investitura avveniva la purificazione.
L’aspirante cavaliere veniva vestito di bianco, simbolo appunto di purezza e condotto in una cappella
dove doveva trascorrere tutta la notte in preghiera e a digiuno.

Momento di estrema riflessione sull’onore e la storia di tutto l’ordine dei cavalieri.

Volete sapere a quando risale il primo uso dell’espressione notte in bianco, nel senso che oggi conosciamo?

Parebbe risalga al 1952, anno della pubblicazione del romanzo “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino.
Ecco la frase che scrive l’autore: “Adesso non voleva pensare, aveva passato la notte in bianco, aveva sonno”
Nel 1988 invece il DELI registra come prima attestazione scritta in italiano della locuzione notte in bianco
il Dizionario enciclopedico italiano della Treccani.

Perché si dice passare la notte in bianco?

Come riprenderci se abbiamo passato la notte in bianco?

Per prima cosa appena alzati facciamo una bella doccia tiepida,
successivamente ad una buona colazione con un caffè o cappuccino, marmellata e fetta biscottata.
Non esageriamo con la caffeina, non serve. Finita colazione, senza occhiali da sole usciamo di casa.
La luce naturale aiuterà la nostra mente ad abituarsi alla luce giornaliera.
Arrivati a lavoro, se passato più di un’ora, beviamo un altro caffè.
Possiamo affrontare così la giornata.

A pranzo non mangiate cibi grassi o pensati.
Il tempo limite per bere un altro caffè durante la giornata è fino alle ore 15.

In questo modo “il deposito” di caffeina verrà smaltito permettendo di farvi passare una notte riposante.

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